L’utilizzo degli ultrasuoni negli impianti di lavaggio di componenti metallici avviene, nella maggior parte dei casi, durante le fasi finali del processo al fine di agire in modo mirato sullo sporco difficile da eliminare.
Componenti di orologi, valvole, circuiti stampati, strumenti medici e componenti di impianti di precisione: su tutti questi elementi gli ultrasuoni agiscono in modo delicato ma allo stesso tempo efficace ed il risultato finale è di elevata qualità.
Come vengono prodotti gli ultrasuoni, quali sono gli elementi che influenzano la fase di cavitazione e quali sono le performance finali dell’intero processo: questi sono i punti che affronteremo nel corso di queste note e che ci permetteranno di comprendere a pieno i vantaggi legati all’utilizzo di questa tecnologia.
Le macchine per il lavaggio di componenti metallici che sfruttano la tecnologia degli ultrasuoni sono superiori rispetto a quelle tradizionali che impiegano unicamente i solventi.
Oltre alle problematiche ambientali legate all’utilizzo di sostanze chimiche per il lavaggio, con gli ultrasuoni è possibile eliminare olio bruciato e altri contaminanti solidi, come ossidi e paste di lappatura e lucidatura, indipendentemente dalla complessità della forma dei componenti.
Prima ancora di analizzare in modo dettagliato il processo di lavaggio dei componenti metallici tramite ultrasuoni, è opportuno chiarire quali sono i casi in cui questa tecnologia non deve essere utilizzata.
L’azione combinata degli ultrasuoni con acqua e detergenti è da evitare quando i componenti metallici che devono essere puliti sono realizzati con materiali “teneri o reattivi” ovvero: alluminio puro e metalli sottili.
Il motivo è molto semplice: per questo tipo di materiali gli ultrasuoni sono eccessivamente invasivi e si corre il rischio di danneggiarli.
Se invece avete a che fare con componenti metallici contaminati da grasso denso e altre sostanze simili è opportuno impiegare gli ultrasuoni soltanto dopo un prelavaggio.
La “nascita” degli ultrasuoni avviene nel momento in cui le onde sonore ad alta frequenza passano attraverso un liquido detergente, per esempio l’acqua, al cui interno è stato disciolto un idoneo detergente additivo.
È proprio in questo momento che milioni di microscopiche bolle si formano e “collassano” ovvero scoppiano: le bolle sono il risultato delle fasi d allungamento e compressione delle onde sonore all’interno del fluido.
Tale processo è chiamato Cavitazione: durante questa fase le micro bolle implodono per effetto della forza meccanica delle onde ultrasoniche, viene liberata una grande quantità di energia e, di conseguenza, la temperatura aumenta.
L’energia degli ultrasuoni trasmessa al solvente distacca dalla superficie dei componenti metallici lo sporco: le milioni di bollicine che si formano nella fase di cavitazione implodono sul contaminante e lo sbriciolano, liberando dalle impurità anche le parti più nascoste e difficili da raggiungere.
Tra i fattori che influenzano la fase di cavitazione abbiamo:
Il risultato finale del processo di pulizia dei componenti metallici dipende anche dal modo in cui questi vengono posizionati all’interno della camera di lavoro.
La massima efficienza dei processi di pulizia si ottiene nel momento in cui vi è uno stretto contatto tra il liquido e le impurità, soprattutto nel caso i cui i componenti metallici abbiamo forme geometriche particolari.
Posizionare in modo corretto i componenti metallici permette di:
La tecnologia degli ultrasuoni può essere installata sulla maggior parte degli impianti sia ad acqua e detergenti che a solventi o ad alcool modificato a circuito chiuso realizzati dalla nostra azienda.
Firbimatic impiega solo gli ultrasuoni della migliore qualità: per questo motivo ai nostri clienti offriamo un servizio di consulenza che permette di individuare le potenze di utilizzo e le frequenze di oscillazione idonee alla sostanza contaminante che deve essere rimossa dai componenti metallici.
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